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Consigli dalla strada: Africa

Ci sono periodi in cui la routine quotidiana sembra non portarti da nessuna parte, oppure la fine di una relazione o un drammatico evento personale ti portano a rivalutare le priorità nella vita.

Ci sono molte ragioni che ci spingono ad acquistare un “biglietto di sola andata” ed imbarcarci in un viaggio attorno al mondo senza troppa pianificazione, ma ogni persona che ha deciso di seguire il proprio istinto di esplorazione dell’ignoto condivide lo stesso spirito: vogliamo conoscere meglio il mondo in cui viviamo e vogliamo sapere di più sul genere umano. Chiedete a qualsiasi viaggiatore e invariabilmente vi risponderà che le persone incontrate lungo il percorso sono quelle che hanno generato le esperienze più belle e lasciato i ricordi più profondi in tutte le nazioni visitate.
Sebbene non lo potessimo sapere quando ci siamo messi in viaggio, abbiamo progressivamente scoperto che il nostro subconscio è attratto dalle diverse caratteristiche delle persone. Più culture, razze, tribù o religioni incontriamo, più ne scopriamo sempre di nuove… e quello alla fine è ciò che ci unisce. Le nostre differenze iniziano a sfumare e si confondono fino al punto in cui, come appartenenti al genere umano, siamo tutti parte della stessa specie e condividiamo lo stesso destino.
Ma prima di perderci in discorsi filosofici, teorizzando la direzione che il genere umano dovrebbe seguire, dobbiamo per prima cosa capire da dove veniamo, e la risposta a questa domanda può arrivare solo dall’Africa dell’Est, la culla dell’umanità.
Il nostro progetto Around Gaia ci ha portato in giro per il mondo e permesso di visitare 54 Paesi durante gli ultimi 4 anni in cui abbiamo vissuto “on the road” e proprio nel suo tratto finale, prima di rientrare in Europa, abbiamo affrontato questo angolo del pianeta dove tutto è iniziato e dove tutto quello che abbiamo visto e vissuto nel nostro viaggio sembra finalmente trovare un senso.
Nelle prossime righe vi porteremo a visitare 8 destinazioni in Tanzania, Rwanda, Uganda, Kenya e Etiopia che vi consigliamo di non lasciarvi sfuggire nel vostro prossimo viaggio in queste zone perché, al di la di guidare su alcune delle strade più belle del mondo da fare in moto, avrete anche l’occasione di scoprire di più su voi stessi. Iniziamo con Tanzania e Ruanda.

Lago Natron (Tanzania)

Parchi nazionali come il Serengeti, il Ngorongoro, il Kilimanjaro o il Masai Mara possono presentare delle difficoltà se si viaggia in moto. L’alto costo del biglietto d’ingresso potrebbe eccedere il vostro budget mentre il divieto di ingresso alle moto vi costringe ad usare un mezzo 4×4 di qualche agenzia turistica locale, intruppandovi in un gruppo di turisti indisciplinati che annulleranno gran parte della magia della savana africana. Per fortuna c’è un’alternativa e si chiama Lago Natron, e le sue acque acide si possono raggiungere in moto percorrendo una strada di ghiaia e lava pietrificata. L’unico traffico che si incontra sono i guerrieri Masai con le loro lance, mentre conducono i propri greggi di pecore verso pascoli e abbeveratoi. Questo tour può essere completato in una sola, intensa giornata partendo da Arusha, ma è molto più godibile se ci si ferma per un paio di notti a bivaccare in qualche villaggio Masai lungo la strada. Una raccomandazione però: chiedete sempre il permesso al capo tribù prima di accamparvi. Gli animali selvaggi da vedere sono moltissimi e, sebbene sia rarissimo incontrare leoni sulla strada (si tengono sempre a distanza dai guerrieri), zebre, giraffe, bufali, fenicotteri e persino cammelli vi fanno compagnia per tutto il giorno. Ad un certo punto si raggiunge la base del vulcano Ol Doinyo Lengai che va aggirato per raggiungere il lago.

Il Parco Nazionale dei Vulcani e Nyungwe (Ruanda)

Il Ruanda è un piccolo stato che non solo si presta perfettamente per essere attraversato in moto grazie alla sua conformazione montuosa e al clima fantastico, ma offre anche un accesso molto facile a due nostri vicini parenti: gli scimpanzé e i gorilla di montagna. I primi vivono in cima agli alberi della foresta di Nyungwe ma sarà l’incontro con i gorilla di montagna che vi convincerà che questi animali siano dotati di sentimenti molto vicini ai nostri. Gli ultimi esemplari di questa specie vivono sparsi sulle montagne che siedono al confine tra Congo, Uganda e Ruanda ma è proprio in quest’ultimo Paese che è più facile avvicinarli.
Dopo una camminata di circa una o due ore attraverso la fitta foresta pluviale, le guide vi conducono a pochi metri da alcune famiglie di gorilla che vivono nella zona. Le guide avvicinano per primo il capo branco (riconoscibile dalla schiena argentata) e facendo dei suoni presi dal linguaggio di questi incredibili animali gli comunicano che sono qui in pace e non sono una minaccia.
Non appena il leader capisce che la famiglia non è in pericolo ogni membro tornerà tranquillamente alle proprie attività: qualcuno mangerà, qualcuno permetterà alle femmine di pulirgli il pelo dalle pulci, qualcuno si farà un sonnellino sdraiato a terra, altri giocheranno con i cuccioli e qualche svergognato infine indulgerà persino nell’attività sessuale.

Zanzibar (Tanzania)

Prima o poi il viaggio attraverso l’Africa Orientale vi inviterà a prendere una meritata pausa. Le fatiche di esplorare un continente in moto vi possono lasciare esausti, e la soluzione perfetta è Zanzibar. Questa isola corallina piena di storia nasconde alcune delle più belle spiagge sulla Terra. Ci sono due diverse facce: la tranquilla parte occidentale, dove rilassarsi e mangiare degli ottimi piatti a base di pesce, e la ventosa parte orientale, paradiso degli amanti del kite surf.

Rift Valley (Etiopia)

La Rift Valley è una delle più grandi faglie del pianeta e, sebbene forse non lo avete mai saputo, è il motivo per cui oggi potete leggere queste righe. Quando la faglia si sollevò andò a dividere quest’area del continente africano in due zone, rendendo il clima della zona orientale molto arido e costringendo le scimmie che vi abitavano a lasciare gli alberi per andare a procacciarsi il cibo per sopravvivere. Queste scimmie iniziarono a camminare su due zampe, ritrovandosi le mani libere di creare utensili ed evolvendo infine nel genere umano. La faglia è enorme ed attraversa molti Paesi, ma noi vi consigliamo di visitarla in un punto specifico, molto facile da raggiungere. Poco più di 200 Km a nord di Addis Abeba, sulla strada che porta a Bahir Dar, l’altopiano è bruscamente attraversato dalla enorme spaccatura. Da quel precipizio potete gustarvi una delle migliori viste offerte dall’intero continente africano, inclusa una veduta del Nilo in lontananza.

La valle dell’Omo (Etiopia)

In questa zona sono stati trovati tra i più antichi fossili di ominidi. Qui si sta cercando di preservare il modo di vivere umano nella sua forma più originale ed arcaica, persino nel XXI secolo. Ancora isolata dall’impatto della globalizzazione, questa valle ospita molte tribù che continuano a vivere nello stesso modo dei loro antenati, centinaia o persino migliaia di anni fa. Il modo migliore per visitarla in moto è percorrere un lungo anello che parte ed arriva a Konso.
La strada è asfaltata fino a Woito,dove ci si può fermare e mangiare il tipico Enjira e bere uno dei migliori caffè al mondo.
Da qui in poi la strada è tutta sterrata e porta fino ad Arbore e poi Turmi. Questo villaggio si può considerare il cuore della valle dell’Omo. È un crocevia da dove si può andare a visitare Omorate, lungo il fiume che da il suo nome alla valle, e poi tornare verso Turmi e organizzarsi per raggiungere Dimeka di giovedì o sabato.
Questi sono i giorni in cui si tiene il mercato e gente di tutte le tribù (specialmente Hamer) camminano per diversi chilometri per venire qui a scambiare le proprie merci e per socializzare.
Da Jinka parte un percorso che porta fino alle montagne dove con un po’ di fortuna si possono incontrare i membri di una delle tribù più famose, quella dei Mursi.


Mercato di Merille (Kenya)

Questo è un piccolo villaggio sulla strada principale che porta da Nairobi al confine con l’Etiopia, e molto facilmente può passare inosservato. Ma diventa molto interessante il martedì, quando c’è il mercato. Senza elettricità o acqua corrente la vita dei Samburu è già un buon esempio di sopravvivenza nel mezzo di questa regione desertica.
Per questa gente la vita scorre lenta ogni giorno, masticando foglie di mirra – una pianta stimolante non molto differente dal caffè e che può diventare pericolosa e creare dipendenza se consumata in eccesso. Ma ogni martedì cambia tutto: la gente arriva qui da villaggi che sono lontani anche più di 100 chilometri e viene a vendere cammelli, capre e mucche per acquistare spezie, riso o zucchero.
Le prime ore del mattino, inondate dalla luce dorata del sole nascente, possono regalare immagini stupende. E non dimenticatevi che da Merille parte la pista per il lago Turkana, uno dei paradisi segreti del Kenya.

Memoriale di Gikongoro (Ruanda)

È terribile che il Ruanda sia diventato sinonimo di terrore a causa del genocidio che ha avuto luogo 20 anni fa. In circa tre mesi sono state uccise quasi un milione di persone innocenti. Nonostante questo terribile passato, vi invitiamo a visitare il Ruanda per assistere ad un fulgido esempio della volontà di sopravvivenza del genere umano e della sua capacità di ricominciare. Sebbene qui chiunque abbia più di 20 anni sia sopravvissuto ad orrori che lo segneranno per tutta la vita, il Ruanda oggi è una nazione pacifica e priva di odio, la cui popolazione finalmente unita guarda con speranza al futuro. Ma non solo: il Ruanda vuole di ventare un esempio sotto molti altri aspetti. È un Paese dove la gente vuole che tu riparta con nel cuore un buon ricordo. È anche lo stato più pulito ed organizzato dell’Africa, al punto di meritarsi il soprannome di “Svizzera Africana”.
Ma dopo la tragedia sofferta dalla sua gente, esiste ora una regola molto importante: è vietato dimenticare. Dalla capitale al più piccolo dei villaggi ci sono ovunque monumenti alla memoria del genocidio. Il più toccante si trova a Gikongoro dove, in cima alla collina dove un tempo c’era l’università, oggi si trova il luogo di riposo di migliaia di corpi, conservati nella polvere di calcare: bambini, donne e uomini che vi lasceranno per sempre il ricordo di una delle più terribili atrocità della nostra storia.

Sorgenti del Nilo (Uganda)

Ci sono molti fiumi al mondo, ma nessuno deve superare le sfide che affronta il Nilo.
Questo fiume nasce con davanti a sé un compito quasi impossibile: attraversare una delle aree più secche del pianeta e allo stesso tempo dispensare fertilità e vita al suo passaggio. Del tutto ignare del fatto che il Sahara, il più grande deserto del mondo, le sta aspettando a valle, le acque del Nilo nascono dal Lago Vittoria, presso la città di Jinja.
Da qui iniziano un viaggio di tre mesi che le porterà a gettarsi nel Mar Mediterraneo, facendo del Nilo il fiume più lungo della Terra. Un vero viaggiatore: coraggioso e forse un pelo arrogante, certamente irresistibile.